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Bce,
ultima chiamata Ritorno agli anni ‘70 Le
bombe di Bruxelles hanno portato a trascurare, ma non certo ad ignorare,
l’ultimo bollettino mensile della Bce, a dire il vero molto poco confortante.
L’Italia non avrebbe rispettato la regola del debito nel 2015 e tantomeno la
rispetterà nel 2016. Per questi motivi l’Eurogruppo ha rinnovato l’invito al
nostro governo di varare le misure necessarie affinché il bilancio di
previsione per il 2016 osservi le regole del Patto di Stabilità e di
Crescita. Stando alle informazioni disponibili secondo la Bce vi è il rischio
di un significativo scostamento dai requisiti richiesti, e questo anche se si
decidesse la prossima primavera di accordare quella maggiore flessibilità che
il governo Renzi vorrebbe. Per questo la Commissione si riserva di avviare
una procedura d’infrazione per violazione del criterio del debito, cosa che
non farà certo piacere al ministro Padoan, visto che in tal caso il governo
Renzi si ritroverebbe esattamente da dove era partito il governo Letta.
Purtroppo, nonostante gli sforzi dell’Istat, i dati sono oramai assodati e ci
dicono che la ripresa economica non riesce a rinvigorirsi, i disoccupati
calano ma non abbastanza e un’unione bancaria partorita zoppa, non offre
grandi garanzie. Anche i tentativi di Mario Draghi di dare una scossa alle banche
non hanno dato i risultati sperati. Per cui la Bce ha messo sull’avviso tutti
ed in particolare, l’Italia. Se ci fossimo fatti qualche illusione di troppo,
meglio tenere i piedi a terra. Le riforme sono importanti, per carità, ma a
questo punto ancora più importante “è fare chiarezza sul futuro della nostra
unione monetaria”. Così abbiamo scoperto che con il fantasma del terrorismo è
tornato pure quello della crisi monetaria, nemmeno fossimo rimasti fermi agli
anni ‘70 del secolo scorso. Un dejà vu che di per se sarebbe inquietante ma
che in verità è persino peggio, perché passati quasi 50 anni, tutti i
progressi fatti potrebbero venire azzerati. Soprattutto, ancora non si
capisce quanto l’attuale classe dirigente, a contrario di quella degli anni
‘70, abbia un’esatta visione della situazione, insieme ad una qualche idea
per come affrontarla. Roma, 30
marzo 2016 |
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